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Crollo dell' impero d' occidente

Sacro Romano Impero 

Sacro Romano Impero Germanico

Federico Barbarossa - Federico II di Svevia

Le prime monarchie nazionali

L'impero

 

Con impero definiamo una struttura politico-amministrativa del territorio che ingloba in sé vastissimi territori, esercitando il suo dominio su popolazioni di stirpi etniche differenti.  

L'unità mediterranea dell'impero romano.

Nel mondo greco-orientale sono esistiti numerosi imperi ( egiziano, assiro - babilonese, persiano, macedone....) ma quello che ci permette di comprendere la continuità tra evo antico e medioevo è l'impero romano. Esso era un impero mediterraneo, che collegava le regioni medio-orientali con l'Europa, rendendo possibili traffici estesi in ogni direzione soprattutto grazie alla fitta rete stradale romana. Gli scambi sono facilitati dall'uso di una sola moneta ( il denario )e dall'uso di due sole lingue : il latino in occidente ed il greco nelle regioni orientali. Al di là della regione siriaca i Romani si erano avventurati con scarso successo in quanto la regione mesopotamica era controllata dai Parti.  Daci, Quadi e Marcomanni rendevano insicure le frontiere orientali e danubiane. Già Marco Aurelio nel II secolo d.C. aveva dovuto combattere per difendere queste aree. In Europa i confini naturali dell' impero erano il Reno, Il Danubio  (rinforzati dal limes )e in Britannia dal Vallo Adriano.  

La lenta disgregazione dell'unità imperiale.

Con il III secolo d.C. si fanno più evidenti i segni di crisi di questo organismo. Lo schiavismo ostacola il progresso tecnico e, quando gli schiavi scarseggeranno per la fine delle guerre di conquista, l'economia dell'impero subirà forti contraccolpi. Il latifondo, coltivato da schiavi, non permette la nascita della media e piccola proprietà, gestita più modernamente. Alta è la disoccupazione e la miseria dei contadini liberi. Si va formando intanto la villa romana dei ricchi latifondisti, organismo autosufficiente economicamente che garantisce anche una certa difesa dalle incursioni esterne. L'artigianato italico è soppiantato da quello delle province ed i continui acquisti di merci di lusso dall'Oriente impoveriscono Roma. Le province diventano più importanti della capitale.

  Anche il Cristianesimo, la nuova religione , che rifiuta il culto dell'imperatore, è un elemento di potenziale ostilità al vecchio organismo di potere.

Le persecuzioni contro i Cristiani sono giustificate dall'opposizione che il cristianesimo dimostra contro lo schiavismo e dalla sua strenua riaffermazione della libertà di coscienza anche nei confronti dell'autorità politica. Il Cristianesimo, nel frattempo, fa sempre nuovi proseliti tra i ceti più umili.

Un altro pericolo che si profila ai confini è quello dei barbari. Per difendersi da questa minaccia nel III secolo i Severi instaurano una vera e propria "autocrazia militare", cioè una forma di potere fondata sugli eserciti. La funzione difensiva diviene quella essenziale. Per finanziare le legioni, si preme sull'imposizione fiscale e si accelera la crisi economico-produttiva. Un'ultima conseguenza dello strapotere delle legioni sul potere del Senato è la violentissima anarchia militare

Alla fine del III secolo ( 285 d.C. ) sale al potere Diocleziano che con la sua Tetrarchia ( comando a quattro ) cerca di dare maggiore efficienza alle strutture difensive dell'Impero.   Con provvedimenti burocratici,fiscali e amministrativi       ( capitatio iugatio ) impone una contribuzione fissa a ciascuna delle unità agricole ( iuga ),impedendo praticamente ad ogni abitante- lavoratore dell'impero di trasferirsi e di cambiare professione.Questo provvedimento anticipa il fenomeno della stabilità della manodopera dell'età feudale.

  Anche i vescovi, capi delle comunità cristiane residenti nelle città erano divenuti importanti per la difesa locale del territorio contro i barbari e per le attività assistenziali operate  verso la popolazione. Così Costantino, con l'editto di Milano ( 313 ) non solo concede la libertà di culto ai cristiani, ma esenta anche le gerarchie religiose dalle contribuzioni fiscali, aprendo la strada a quello che sarà poi il riconoscimento ufficiale del Cristianesimo come religione di stato : Editto di Tessalonica ( 378 ).  

Le incursioni dei barbari

Nel IV secolo si fanno più aspre le lotte per la successione e le invasioni dei barbari portano a ben due sacchi della capitale: nel 410 da parte dei Visigoti di Alarico e nel 455 ad opera dei Vandali.Gli Unni sono fermati da papa Leone I.

L'Impero era stato diviso fin dal 395 in due aree ben distinte,assegnate rispettivamente ad Arcadio ed Onorio. Mentre l'Oriente è più solido e vitale economicamente, grazie ai traffico che continuano ad animare il Mediterraneo ed il Mar Nero , e grazie alle province d'Egitto e di Siria, in Occidente imperversano i barbari , alla ricerca di nuovi territori da occupare. Dopo i due sacchi di Roma, nel 476 l'ultimo imperatore Romolo Augustolo fu deposto dal capo barbaro Odoacre. Le insegne imperiali sono inviate a Costantinopoli all'imperatore d'Oriente, che da questo momento, è l'unico rappresentante e continuatore dell'antico impero romano.

In Europa l'autorità latina decade definitivamente e sorgono i regni romano-barbarici ,del tutto indipendenti gli uni dagli altri. L'Europa si divide nel regno dei Burgundi ( Gallia meridionale),poi riassorbito dai Franchi, dei Visigoti e dei Vandali, poi passati in Africa. In Italia si impone il regno degli Ostrogoti (Teodorico ). I sovrani barbari detengono il potere politico e militare, ricorrono alla collaborazione dei Romani per le funzioni amministrative e giudiziarie, di cui non hanno alcuna esperienza. La cultura giuridica dei romani continua ad essere importante.  

La tentata restaurazione dell'unità mediterranea con Giustiniano.

Nel 526 a Bisanzio sale al trono imperiale Giustiniano, che tenta di recuperare il dominio dell'Occidente, con una serie di guerre contro gli Ostrogoti di Teodorico, i Visigoti ed i Vandali d'Africa. Egli recupera all'impero le zone costiere del Mediterraneo e tutta l'Italia. Giustiniano è famoso soprattutto per la sua radicale riforma del diritto ,riordinato in base alle antiche norme del diritto romano nel CORPUS IURIS CIVILIS, che elimina contraddizioni ed incertezze ed estende nuovamente un insieme coerente di norme e principi a tutte le terre dell'Impero. Dante ricorderà l'opera di Giustiniano, restauratore dell'autorità imperiale, nel canto VI del Paradiso. L'impero d'Oriente presenta caratteri suoi propri. L'imperatore  è divinizzato come tutti i sovrani orientali ; inoltre egli ( basileus ) controlla direttamente la Chiesa di Bisanzio con il suo patriarca ortodosso ( cesaropapismo ).Il contrasto con la Chiesa romana sarà sempre molto forte fino allo scisma ( 1054 ).  

I Longobardi spezzano l'unità della penisola.

  I Bizantini, eliminato il dominio degli Ostrogoti tendono a stabilire il controllo su tutta l'Italia e anche sul papa, che era invece abituato da tempo ad agire con larga autonomia. Dal 568 buona parte dell'Italia viene conquistata dai Longobardi ,popolazione germanica molto meno rispettosa dei diritti delle popolazioni latine. I sudditi italici sono costretti a coltivare la terra al servizio dei nuovi signori (servitù della gleba ed avvio del sistema feudale ). Il diritto viene codificato nell'EDITTO DI di ROTARI  

Gli Arabi controllano il Mediterraneo.

Nel VII ed VIII secolo gli Arabi si estendono in Medio Oriente a scapito di Bizantini e Persiani. In Africa abbattono il potere bizantino e in Spagna quello dei Visigoti.Passa nelle loro mani il controllo del Mediterraneo e si incrina decisamente la rete di traffici che facevano capo a Costantinopoli. Anche la capitale dell'Impero è minacciata da vicino.

Nel corso dell'VIII la sorte dell'Impero si lega al contrasto, di volta in volta innescato con il pontefice romano. Più volte tra il papa e l'imperatore di Bisanzio c'è scontro aperto; come nel caso della proibizione del culto delle immagini sacre pretesa da Bisanzio e rifiutata da Roma ( ICONOCLASTIA ).  

 Rinasce con Carlo Magno un impero romano e cristiano.

 

In questo contrasto si inseriscono sia i sovrani longobardi che si fanno ora protettori del papa ( Liutprando e donazione di Sutri -728 ) ma più spesso diventano aggressivi nemici, intenzionati ad occupare il territorio di Roma.

Il pontefice è così costretto a chiedere aiuto ad un'altra popolazione, quella dei Franchi: essi diventano i protettori dei diritti anche territoriali della Chiesa in Italia . Prima Pipino il Breve e poi Carlo Magno ( 774 ) debelleranno i Longobardi.

 

Dalla vittoria di CARLO MAGNO su Desiderio in Italia,accompagnata dalle altre imprese di conquista ai danni di SASSONI, AVARI e ARABI di Spagna, sorge la base territoriale di un nuovo impero , che in qualche modo , diventa erede del vecchio impero romano:il

S A C R O   R O M A N O   I M P E R O, nato nell'800 d.C. con l'incoronazione di Carlo Magno ,a Roma , per mano di papa LEONE III. Vediamo ora le caratteristiche della nuova istituzione nata ,la notte di Natale dell'800.

1) L'imperatore realizza , con la consacrazione del papa , un progetto di ordine universale , esteso a tutta l'Europa cristiana.

Egli diviene il difensore della cristianità d'Occidente contro i barbari pagani e contro i musulmani, dominatori del Mediterraneo.

Le funzioni dell'impero sono dunque difensive .

2) Inoltre l'Impero è   S A C R O  perché riceve la sua autorità dalla Chiesa e l'imperatore può dirsi " incoronato da Dio ".

 

Fu nuovo e straordinario questo gesto del pontefice, perché mai in precedenza il papa si era arrogato l' autorità di incoronare un imperatore. Ma  in questa particolare occasione l'impero d'Oriente appariva quasi vacante ( tenuto com'era da una donna, l'imperatrice Irene ),tanto che il papa credette di poter disporre dello stesso titolo imperiale.

Carlo Magno disapprovò probabilmente i modi dell'incoronazione , che facevano apparire la sua autorità ,in qualche modo subordinata a quella papale.

IN REALTA' DA QUESTO ATTO NASCONO LE RAGIONI DI VIVO  ANTAGONISMO TRA PAPA ED IMPERATORE CHE DURERA' PER TUTTO IL MEDIOEVO. QUALE DELLE DUE AUTORITA' DEVE RITENERSI SUPERIORE DI FRONTE ALL'ALTRA ? QUELLA SPIRITUALE DEL PAPA O QUELLA TEMPORALE  ( MILITARE, POLITICA,CIVILE) DELL'IMPERATORE ?

Subito dopo la morte di Carlo Magno questi antagonismi scoppieranno in tutta la loro intensità.Per la Chiesa l'impero era una RES PUBLICA CRISTIANA voluta da Dio, subordinata al controllo spirituale ed organizzativo della Chiesa.Per l'imperatore invece l'impero era un territorio da gestire ed amministrare autonomamente da parte del potere politico, che si riservava il controllo anche nella nomina dei vescovi e delle decisioni in materia di disciplina ecclesiastica e di istruzione religiosa.

 

L'imperatore d'Oriente riconobbe ben presto l'autorità del Sacro romano impero: mentre Bisanzio si riservava il controllo del Mediterraneo ( conteso con Arabi e poi Normanni ) il Sacro Romano Impero gestiva il suo potere sul continente europeo.

 

Durante l'età carolingia si delineano i presupposti del sistema  feudale. L'imperatore concede a uomini di propria fiducia  , quali conti , marchesi , duchi ( FEUDATARI )terreni in beneficium :esso  è un tipo di usufrutto e non una proprietà trasmissibile ereditariamente.

In cambio il signore pretende  la  dichiarazione, da parte dei beneficiati, di essere suoi vassalli ( sottoposti, fedeli , pronti a difendere il territorio dell'impero con le proprie armi ).

Ogni vassallo concede poi ai suoi sottoposti una parte di terreno in cambio del giuramento di fedeltà :nascono valvassoni e valvassini.

Nasce la gerarchia feudale e la cavalleria , che ha il particolare compito di destreggiarsi con le armi e di difendere la cristianità dalle incursioni di nuovi popoli ( Ungari, Normanni, Saraceni..).

L'economia di scambio decade e prevale l'agricoltura di autoconsumo all'interno della proprietà signorili ( CORTI ) : l'economia prende il nome di economia curtense.Il baratto sostituisce lo scambio monetario

Nei campi la SERVITU' DELLA GLEBA si afferma definitivamente.In cambio della lavorazione dei mansi ( lotti di terreno ) assegnati il servo non può allontanarsi dalla terra ed è obbligato a lavorare anche la PARS DOMINICA ( la terra del signore ) gratuitamente.

 

Ben presto dopo la morte di CARLO MAGNO i successori non riescono a conservare intatto l'impero. Due sono le ragioni della frantumazione del territorio imperiale :

1) la concezione dinastico- patrimoniale dello stato che tende ad assicurare ad ognuno dei figli maschi una parte dell'eredità paterna.

2)  Il sistema feudale che produce la frammentazione del territorio in tante signorie locali che tendono a divenire indipendenti.

Infatti nell'877 con il CAPITOLARE DI KIERSY i feudi maggiori diventeranno ereditari e tenderanno a formare tante piccole entità autonome nel corpo dell'impero, disgregandolo dall'interno.

 

La lenta crisi dell'impero universale 

  

Dopo la divisione del Sacro Romano Impero nella Lotaringia ( Lotario ) , nel Regno di Francia ( Carlo il Calvo ) e nell'area germanica (   (Ludovico il Germanico ), L'IMPERO CAMBIERA' FISIONIMIA GEOGRAFICA E TERRITORIALE E FINIRA' PER IDENTIFICARSI SOLTANTO CON L'AREA GERMANICA, CON LA BORGOGNA E L'ITALIA DEL NORD. Questa sarà la struttura del Sacro romano impero germanico, sorto nel X secolo.

 

In Francia, gradualmente si formalizzerà la nascita della monarchia feudale dei Capetingi ( UGO CAPETO, primo re di Francia nel 987 )

 

In Germania si imporranno via via tre dinastie di imperatori appartenenti rispettivamente alla casa di SASSONIA ( gli OTTONI ) di FRANCONIA e di SVEVIA   ( gli HOENSTAUFEN ).

Il potere imperiale, che anche in Gernmania dovrà sempre essere controllato da vicino ( si pensi alle lotte tra WELF e WEIBLINGEN ai tempi del Barbarossa ), diventa ancora più precario nelle terre più lontane dell'Italia , tradizionale provincia dell'impero.

 

Ai tempi degli OTTONI sono i re d'Italia ARDUINO d'IVREA e BERENGARIO marchese del FRIULI a contestare il potere imperiale sui loro territori.Più tardi sarà lo stesso pontefice romano sostenuto dai COMUNI DELLA LEGA LOMBARDA a scacciare FEDERICO BARBAROSSA prima da Roma e poi dalla pianura padana.

 

Quindi il potere dell'impero si va lentamente dissolvendo nell'anarchia dei poteri locali , perdendo gradualmente la sua pretesa universalità.Dopo la COSTITUTIO DE FEUDIS ( 1037 ) anche i feudi minori diventano ereditari, assegnando nuovi poteri alle signorie locali, potenzialmente ribelli al controllo centrale dell'imperatore.

 

Altri fattori che segneranno nel giro di trecento anni la definitiva crisi dell'impero sono i seguenti :

1) Le incursioni di nuove popolazioni ai confini dell'Europa, che in alcuni casi porteranno allo stabile stanziamento di nuove dinastie regnanti.

  Ungari, Slavi,   Bulgari nel X secolo irrompono da est.

  Gli Arabi occupano tutto il Mediterraneo e le isole.

  I Normanni provenienti da nord-est si sostituiscono ad Arabi e Bizantini nel sud dell'Italia.

2)  Il contrasto con la Chiesa, altra struttura universalistica ( estesa su tutta l'Europa cristiana ) si fa via via più acceso.

 

Il contrasto con la Chiesa e la perdita dell'Italia 

 

Dapprima sono gli Ottoni a pretendere prerogative sovrane rispetto al papa con il PRIVILEGIO OTTONIANO  ( 962 ).Con questo documento l'imperatore afferma che il papa non può essere eletto senza l'approvazione imperiale e che inoltre l'imperatore può designare il pontefice ed i vescovi-conti ( specie di feudatari ecclesiastici )

 

A queste pretese risponde il movimento riformatore della Chiesa che parte dall'abbazia di Cluny. GREGORIO VII è il pontefice che lotterà a lungo contro ENRICO IV per la lotte delle investiture.

Il CONCORDATO DI WORMS (1122 ) che chiude questo periodo sanziona di fatto una separazione di potere netta tra papa ed imperatore.

All'imperatore spetta il controllo di tutta la feudalità ecclesiastica tedesca che è lui a nominare, ma al pontefice tocca la nomina dei vescovi italiani , sui quali cessa il controllo imperiale.

 

Alcuni anni dopo FEDERICO BARBAROSSA sarà di nuovo in Italia per tentare di controllare  la città di Roma , liberandola da Arnaldo da Brescia ma imponendole podestà imperiali. Inoltre ambirà a ridurre le autonomie dei comuni ( Diete di Roncaglia ed annullamento delle regalie ).Entrambi i tentativi falliranno anche per l'alleanza dei comuni con il pontefice.

La pace di Costanza( 1183 ) sancirà l'autonomia del territorio comunale dell'alta Italia.

   

La dinastia svevo-normanna

Ultimo tentativo da parte degli imperatori Svevi di controllare parti del territorio italiano ( ricco e strategicamente importante per la sua posizione nel Mediterraneo ) è il matrimonio di Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa e Costanza d'Altavilla.Tale matrimonio unendo i possessi normanni del sud dell'Italia con quelli svevi porta Enrico VI e poi suo figlio Federico II ad avere il possesso del Meridione e della Sicilia ( 1215-1250 ).

 

l pontefice pensava di approfittare della momentanea debolezza dell'impero     ( conteso dai due figli di Federico ) per sottrarre il sud dell'Italia agli Svevi, assegnandolo ad un principe inglese.

Costui non si mosse però per assumere la candidatura , mentre Corrado IV moriva in Italia , forse avvelenato da Manfredi, figlio naturale di Federico II.

 

Il figlio di Corrado IV, il piccolo Corradino veniva designato imperatore di Germania, seppure in giovane età , mentre il sud rimaneva a Manfredi.

 

Manfredi divenne il punto di riferimento di tutti i ghibellini italiani ( nobili , magnati, feudatari filoimperiali precedentemente emarginati dal trionfo della borghesia guelfa all'interno delle città )Due sono gli episodi significativi.

 

1) A MONTAPERTI (1260) i ghibellini fiorentini, aiutati da Manfredi e guidati da Farinata degli Uberti sconfiggono le forze guelfe di Firenze e ritornano in città dopo averne minacciato la distruzione.

Dante nel X canto dell'Inferno ci parla di Farinata come di un avversario leale, che da solo , tra i vincitori ,si oppose al desiderio di vendetta del partito ghibellino, che avrebbe voluto la distruzione della città.

 

2) Nel Veneto , nella Marca trevigiana , invece Ezzelino III da Romano, tenta di approfittare della presunta debolezza di Manfredi per conquistare l'entroterra veneto. E' sconfitto a CASSANO D'ADDA dalle forze ghibelline fedeli a Manfredi.

   

La fine della dinastia sveva.

Manfredi porta intanto avanti una politica espansiva anche verso l'Oriente bizantino cercando di inserirsi in un progetto di Crociata.

Ciò intimorì il pontefice Urbano IV che si rivolse al fratello del re di Francia Luigi IX il Santo , perché venisse in Italia a rivestire la corona del regno di Sicilia al posto dello scomunicato Manfredi.

 

Era costui Carlo d'Angiò. Giunse in Italia con un potente esercito e sconfisse Manfredi nella battaglia di BENEVENTO (1266) . Dante ricorda l'episodio della morte di Manfredi e della dispersione dei suoi resti nel canto III del Purgatorio.

 

Dopo la vittoria Carlo d'Angiò si impadronisce delle terre sveve del sud dell'Italia compresa la Sicilia e fa atto di vassallaggio al Pontefice.

 

Due anni dopo l'ultimo degli Svevi di Germania Corradino  tenterà un'estrema reazione contro gli Angioini , ma sarà definitivamente sconfitto a TAGLIACOZZO nel 1268. Sarà fatto decapitare a Napoli da Carlo d'Angiò, quando aveva appena 18 anni.

   

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